CENNI STORICI

 

ORIGINE E STORIA

 

Le origini di Torano Castello sono legate a Dampetia, antico centro distrutto dai Romani o da Annibale, che sorgeva sulle colline di Cozzo La Torre, a circa sette Km più a valle e al di sopra dell’odierna stazione ferroviaria di Torano Scalo. Tanti sono gli studiosi che si sono interessati alle origini e alle forme di vita dell’antica Dampetia e tante sono le notizie a volte vaghe ed imprecise in possesso, come la “Storia Cosentina” dell’Andreotti o la “Cronistoria” del Cristofaro, ma entrambe si limitano a fornirci solo degli accenni, pieni di tante concetture. L’affermazione più giusta è quella fornitaci dal Barrio che cita Tito Livio nell’opera “ De Antiquitate et situ Calabriae” scritta in latino con dedica a Clemente X. Secondo il Barrio, il termine Dampetia etimologicamente deriva da Dam-Petia ovvero città dominata vinta da Petia, ma ciò costituisce un errore. Infatti, le antiche città prendevano il nome o da un dio che le proteggeva, o da un eroe o da vittorie riportate sui nemici. Allora perché si preferì adottare questo termine? La risposta più consona è forse perchè Dampetia serve a significare il trionfo pieno, la clamorosa vittoria che gli abitanti ebbero su Petia. Per quanto riguarda la sua ubicazione, sempre secondo il Barrio, Dampetia era situata sulla collina di Cozzo la Torre, dove durante le campagne di scavo del 1965 e del 1975 sono stati rinvenuti una necropoli e reperti archeologici conservati oggi nel Museo Nazionale di Reggio Calabria, nel museo di Sibari e in quello di Torano. Ma gli elementi ritrovati in questo sito archeologico, come afferma Ottavio Cavalcanti nel suo saggio, sono sufficienti per eliminare ogni fantasia in merito al rinvenimento della Pandosia Bruzia. C’era, infatti, chi sosteneva che Torano facesse parte dell’antico territorio di Pandosia in seguito ad alcuni ritrovamenti di età proto storica o proto ellenica. Pandosia, capitale degli Enotri, insieme a Metaponto fu una delle prime colonie achee fondate in Occidente, nel 773 a. C. e rimarrà la città dominante della valle del Crati fino alla metà del IV sec a. C., quando sarà sostituita da Cosentia, la capitale dei Bretti. Durante la seconda guerra punica l’esercito cartaginese giunto in Italia distrusse le colonie romane, alcune furono completamente saccheggiate e rase al suolo, allore è forse in questo periodo che Dampetia venne distrutta? Certo è chiaro che in questo periodo fu distrutta ma da chi? Dai romani o da Annibale? La risposta resta ancora nel dubbio mancando di chiare e precise notizie. Gli abitanti, però, in preda alla disperazione e alla miseria fissarono la nuova sede, questa volta forse per sfuggire ai nemici scelsero una collocazione collinare. Nasce così l’odierno centro antico di Torano Castello. Il nome Torano spesso segnato come Tauranum, Turano, Turrano, Thorano, ecc. lo si vuole variamente derivare dai latini Taurus/Toro, Tur/Torre, Turium-Turius/Turio. Nel primo caso in relazione all’uccisione di un toro che terrorizzava la popolazione del luogo con continue richieste di fanciulle e nel secondo e nel terzo in relazione rispettivamente alle torri o a qualche torre del paese e alla città di Turio, o diversamente ancora, in quest’ultima circostanza, in riferimento al possesso che ne avrebbe avuto una persona o una forza di presidio romano: un Turio, di cui l’insediamento, la città, possedeva e disponeva. Allo stato, comunque, quale sia la verità, data la natura collinare dell’abitato, potremmo pensare al latino Torus/ rialzo di terra, e al preindeuropeo Tauros/monte, colle, altura. In base al decreto n.1998 del 23 ottobre 1864 al nome Torano fu aggiunta la specificazione Castello ma quale castello? Infatti, non ci sono tracce della presenza di un castello, o meglio per vedere se esiste qualcosa occorrerebbe un’analisi più approfondita e dettagliata. Da questo momento in poi a Torano ci fu un continuo evolversi di varie etnie e di denominazioni territoriali. È in questo periodo che prende il via la costruzione della via Popilia che attraversa la valle del Crati e tocca i paesi di Argentanum, Regina e Torano. Sotto l’egemonia Longobarda la valle del Crati e Cosenza conobbero un periodo di grande ricchezza e tutti i casali costruiti nei luoghi alti dei monti e delle colline per sfuggire agli attacchi dei nemici, ripresero a vivere e a sviluppare commerci e traffici. A questo miglioramento, economico e sociale seguì una tremenda guerra scoppiata nell’839 tra il Duca Sicardo e suo fratello Siconolfo. Fu in questa occasione che scesero in aiuto i Saraceni che invece di raddrizzare la situazione la peggiorarono, infatti, rapinarono e saccheggiarono il nostro territorio. Per fortuna i Longobardi si allearono con i Bruzi e nel 917 sconfissero i Saraceni, ma dopo una lunga tregua ripresero le ostilità e i Longobardi chiamarono in aiuto i Normanni che dominarono fino al 1200. C Con i Normanni iniziò l’affermazione storica di Torano e maggiormente di Bisignano, in quanto diventò il centro più importante della Calabria Citeriore.. In età medievale a Torano sorsero i primi feudi che produssero arroganti potentati che non facevano altro che contendersi uomini e cose. Torano sorse come fortificazione sulle cime di una collina per poter dominare tutta la vallata. L’accesso alla rocca avveniva attraverso la porta o l’arco del Vaglio tra la zona del Timpone e il Borgo. Torano rimase sotto la dominazione dei Sanseverino, e nel 1551 Pietrantonio lo vendette a Tommaso Cavalcante di Cosenza, la cui famiglia lo ebbe fino al 25 novembre 1661, giorno in cui Tommaso Bonaventura lo rivendette a Francesco Lupinacci da Casole, che a sua volta lo alienò a Fabio Caputo da Paterno, capostipite toranese della stessa famiglia che, con Domenico, Fabio, Saverio e Vincenzo, ultimo intestatario, lo tenne fino all’eversione della feudalità (2 agosto 1806). Durante il governo napoleonico, un decreto n.922 del 4 maggio 1811 istituì Torano come comune includendovi Sartano come frazione.