Ebbene le sue parole si sono dimostrate ... profetiche, infatti Monica Carlin vince la medaglia d’argento con un finale al cardiopalma e lascia l’amica /rivale “giù dal podio”.
Si diceva del finale, la gara, quando mancavano trenta chilometri alla fine sembrava avesse già le posizioni definite: in testa la britannica Hawker con più di 5 minuti e mezzo di vantaggio sulla nostra Monica.
Ma con il temperamento ”tenace” di Monica, tipico dei trentini, ha saputo ridurre progressivamente lo svantaggio fino a raggiungere nei chilometri finali la britannica che ha mantenuto il sangue freddo e, complice anche una maggiore freschezza atletica, non avendo dovuto spendere preziose energie nell’inseguimento, ha saputo disputare e vincere la volata. (a me ha ricordato la cronometro del giro d’Italia di Verona vinta da un altro trentino “doc”, Francesco Moser, gara con finale però ben diverso!)
Tutto sommato credo che la spedizione coreana sia da considerarsi positiva: un alloro mondiale a squadre e un argento individuale.
Quello che potrà far ben sperare per il futuro, Stefano Scevaroli, il responsabile tecnico della IUTA, è l’ottimo “materiale” umano che ha a disposizione: atleti che oltre ad una base “tecnica” di ottimo livello, hanno “carattere e cattiveria” da vendere (naturalmente parlo di “cattiveria” sportiva, perché anche in Korea i nostri atleti si sono dimostrati persone che sanno fare “gruppo”).
Fausto “sir marathon” Dellapiana