
I
"lavori da scrivania" contribuiscono significativamente all’aumento dell’incidenza dell’obesità nel mondo.
Impiegati e colletti bianchi sono a rischio, a quanto dichiara lo scienziato
John Evans della
Harvard School of Public Health che ha studiato professione e abitudini di migliaia di cittadini europei. Secondo quanto concluso dal gruppo di ricerca internazionale, una delle cause dell’obesità è il luogo di lavoro.
Scrivania e pc sono quanto di peggio si possa immaginare, soprattutto se associati a stress e straordinari in ufficio.
L’obesità è un’epidemia globale che con gli anni raddoppierà le proprie dimensioni:
nel 2015 si conteranno due miliardi di persone in sovrappeso e più di 700 milioni di obesi. Dalle analisi epidemiologiche condotte dai ricercatori sarebbe emerso che il 19% dei cittadini olandesi e il 31% di quelli irlandesi non fanno nessuna attività motoria durante le ore di lavoro, mentre il 55% dei greci e dei croati e il 61% dei francesi non fanno esercizio fisico mai.
L’ideale sarebbe che chi svolge un lavoro d’ufficio ed è costretto a star seduto alla scrivania per molte ore facesse una pausa ogni paio d’ore sgranchendosi le gambe, magari andando a salutare il collega più lontano o prendendo un caffé alla macchinetta del piano inferiore.
Piccoli accorgimenti che potrebbero non bastare, soprattutto se alla sedentarietà si aggiunge una dieta ipercalorica. “
Le aziende dovrebbero essere sensibilizzate a promuovere incentivi legati all’attività fisica o ad organizzare delle pause dal lavoro che spingano ad alzarsi dalla scrivania”, ha concluso Evans.
L’ ideale sarebbe concedersi, o meglio, “imporsi”, come appuntamento quotidiano a fine giornata lavorativa, un’oretta di attività fisica, anche solo una camminata a passo sostenuto.