“IAU 24 Hour World Challenge” (dà) i numeri e un commento da profano

Data 25/10/2008 18:38:52 | Argomento: ESTERO

Come sappiamo, i mondiali di 24 ore di ultramaratona disputati a Seul non sono andati, per la spedizione Italiana, secondo le previsioni.
Non sta certo a me stabilire i motivi della prestazione al di sotto delle aspettative della nostra nazionale, ma scorrendo la classifica si nota che i nostri cugini d’oltralpe hanno fatto incetta di medaglie, sia a livello individuale che a squadre. In campo femminile hanno vinto praticamente tutto; medaglia d’oro a squadre deriva dal monopolio dell’intero podio. Tre atlete nelle prime tre posizioni!
In campo maschile due medaglie d’argento:una a squadre ed una individuale.
Da quanto esposto sopra, si può evincere i motivi della mancata buona prestazione non possono essere imputati solo a fattori esterni (fuso orario, temperatura, umidità), ma sono da ricercare altrove.
Leggendo il commento di chi vi ha partecipato direttamente mi sembra di capire che uno dei motivi che hanno determinato il risultato finale sia da ricercare (forse) nella scarsa efficienza del collegamento tra i “box” e la “pista”.
In foto il logo della IAU -International Association of Ultra Runners
La dicono lunga commenti del tipo: “Noi italiani tendevamo ad alimentarci solo con panini alla marmellata, biscotti, barrette energetiche e rifornimenti liquidi: la scuola giapponese ci ha invece insegnato come durante queste gare sia fondamentale mangiare qualcosa di più sostanzioso”.
“Continuo a non sapere quanti km ho corso ...” “... dovresti aver percorso 203 km ...”. Ma come non sapere quanti sono i chilometri percorsi? Ma come dovresti?
Delle due l’una. O i tecnici ai “box” non si interessavano ai risultati degli atleti in gara (cosa di cui personalmente dubito) oppure il servizio “cronometraggio” (in termini di distanza percorsa) fornito dall’organizzazione era carente (ipotesi per la quale propendo).
Se giusta la seconda ipotesi, non capisco la frase contenuta nel comunicato ufficiale inserito sul sito della FIDAL: “La gara iridata di quest’anno, al di là dei risultati, è stata un pieno successo gestionale ...”
Il prossimo appuntamento del Campionato mondiale della 24 ore, che come è noto si disputerà a Bergamo (sede di gara confermata) e sarà organizzato dai Runners Bergamo, non sarà tra un anno, ma tra sette mesi. I tempi sono abbastanza ristretti, ma ci sarà tutto il tempo per porre rimedio a quanto di negativo si è visto nella partecipazione coreana.

I numeri che non ... tornano!
(ovvero: “per la precisione ... è meglio precisare!”)


Leggendo con più attenzione la classifica ho notato che nella classifica a squadre, per quanto riguarda l’Italia, i numeri ... non tornano.

Questo è quanto riportato dalla classifica ufficiale a squadre prelevata in data 23 ottobre dal sito ufficiale IAU (http://www.iau.org.tw/upload/race_result/1224763297.xls)

5 ITA 55 Cudin Ivan ITA 256 242,869 23:59:05:43 0,153 243,022 681,288
56 Mammoli Antonio ITA 247 241,023 23:57:10:56 0,529 241,552
52 Baggi Marco ITA 234 211,472 23:54:31:98 0,015 211,487

Questo è quanto riportato dalla classifica ufficiale a squadre prelevata in data 23 ottobre dal sito ufficiale IAU (http://www.iau.org.tw/upload/race_result/1224762725.xls)

16 55 CUDIN Ivan ITA 256 236,406 23:59:05.43 0,153 236,559
22 56 MAMMOLI Antonio ITA 247 228,095 23:57:10.56 0,529 228,624
34 52 BAGGI Marco ITA 234 216,09 23:54:31.98 0,015 216,105

Certo, non sarebbe cambiato nulla, e di tutti i nostri atleti il più ... “penalizzato” risulterebbe essere Marco, che si vedrebbe togliere più di 5 km.

Per “par condicio” segnalo anche che i dati riportati sul sito della FIDAL (http://www.fidal.it/showquestion.php?fldAuto=9491&faq=54) contengono dei grossolani errori; errori che sono stati ripresi da chi ha scritto il pezzo su di un giornale locale.
La lettura del citato articolo credo non sarà presa bene dai nostro “ragazzi”, forse più per il titolo che per l’articolo.
Quel “lontanissimi dal podio”, beh, si sono classificati quinti (e per qualche ora ... da dati del sito ufficiale, addirittura quarti) e quel “deludono” non devono aver fatto molto piacere a Marco, Eugenio e Mario.
Ma come sappiamo i titoli “forti” attirano i lettori molto più di un titolo “soft”.

Termino questo mio resoconto, che risulta senz’altro parziale e forse non molto approfondito, con una frase che la dice lunga sul carattere che hanno atleti disposti a correre per 24 ore, molte volte in condizioni critiche; frase che conclude l’articolo di uno dei partecipanti alla trasferta coreana:
“Mi sa che la sfida continua ... vedremo”.
Nell’articolo sono condensati in tanti “flash” tutti i momenti della gara: dalla partenza incerta e sofferta (“... quante volte ho pensato al ritiro ...”); alla decisione di continuare, soprattutto per la squadra (“... decido di continuare ...”); alle speranza per la condizione ritrovata (“... gradualmente recupero ...”); all’illusione di un possibile podio (“... dalla nazionale arrivano buone notizie, siamo terzi ...”); alla delusione del sorpasso (“...loro (nda i russi) confermano di essere ancora una volta dei grandi atleti ...”); ed infine al termine della gara, che deve essere stata vista come una liberazione (“... finisco camminando assieme al vincitore, gli stringo la mano ...”).
Nobile gesto quello di stringere la mano al vincitore: in gara si è rivali, non nemici; è un gesto che accomuna lo sconfitto al vincitore.
Da ultimo la frase dettata dalla fatica, dalla delusione, dalla stanchezza: “Col cavolo che farò ancora gare di questo genere!” ... frase smentita solo poche righe dopo con la già citata: “Mi sa che la sfida continua ... vedremo”.

Fausto "sir marathon" Dellapiana
Nota: al momento della scrittura di questo articolo i resoconti e le classifiche a cui fanno riferimento i link sono ancora invariati e non mi risulta di articoli a rettifica. fd



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