L'immagine di Tony Simpson agonizzante sul Mont Ventoux al tour del 1967 lo sgomento della morte di Pantani, ucciso da una dose abnorme di cocaina.Sono questi i simboli principali delle strane morti del ciclismo, uno sport che di tragedie personali ne ha vissute tante, ma non tutte sulle strada, non tutte immediatamente spiegabili.
Ci sono poi anche, per l'ultimo la tragica fine di Valentino Fois, il decesso "sospetto" di Ryan Cox morto a 28 anni per le complicazioni di un intervento chirurgico, al quale si era sottoposto per la riparazione di una lesione vascolare; o quello di Denis Zanette, stroncato da un arresto cardiocircolatorio mentre era dal dentista. Fino a Fois...ieri...
Fois era amico di Pantani, che lo aveva voluto con lui in squadra. In passato era stato coinvolto in vicende di doping. Ma sono tanti i drammi che hanno colpito il mondo del ciclismo, alcune per tragedie in gara, altre apparentemente inspiegabili.
Queste le principali:
1967: l'inglese Tony Simpson, a luglio sul Mont Ventoux, durante una tappa del Tour, muore per arresto cardiocicolatorio. E' uno dei più tragici incidenti del ciclismo di tutti i tempi, si appurerà poi che la causa fu un cocktail caldo-anfetamine.
1976: lo spagnolo Santisteban cade durante la prima tappa del Giro d'Italia, a maggio, e muore per trauma cranico
1988:è un malanno a seguito di un criterium in Olanda la causa del decesso di Connie Meijer, olandese.
1994: Geert de Vlaeminck, 26 anni, campione mondiale di ciclocross, muore durante una gara in belgio, in ottobre.
1995: Il 18 luglio 1995, durante la 15a tappa del Tour de France (Saint Girons-Cauterets), Fabio Casartelli cade nella discesa del Colle del Portet-d'Aspet, battendo violentemente la testa contro un paracarro: muore durante il trasporto in elicottero all'ospedale di Tarbes, senza aver mai ripreso conoscenza. Da quel momento in avanti divenne obbligatorio usare i caschetti rigidi durante le gare.
2003: Denis Zanette, 33 anni muore per arresto cardiocircolatorio mentre era dal dentista.
2003: Andrei Kivilev l'11 marzo del 2003, mentre era in testa insieme ad altri due corridori nella Parigi-Nizza, franò addosso alla bicicletta del ciclista Volker Ordowski (che era scivolato in precedenza per un problema meccanico) e cadde a terra, battendo violentemente la testa: rimasto privo di sensi, venne trasportato all'ospedale di Saint-Chamond dove entrò in coma vigile e con un trauma cranio-facciale; trasportato all'ospedale di Saint-Étienne, morì a causa di edema.
2003:Muore lo spagnolo Josè Maria Jimenez che si era fatto ricoverare in una clinica psichiatrica, ma non era riuscito a sfuggire alla cocaina.
2004: Marco Pantani viene trovato morto nella stanza di un residence di Rimini. Il decesso è provocato da un cocktail di farmaci e stupefacenti.
2005:Alessio Galletti muore su una salita delle Asturie mentre partecipava alla Subida al Naranco.
2007: Ryan Cox muore a 28 anni per le complicazioni di un intervento chirugico per la rottura di un'arteria.
2008: Valentino Fois, 34 anni, viene trovato morto nella sua abitazione di Villa D'almè. Fois aveva corso al fianco di Gianni Bugno, Pavel Tonkov e Marco Pantani e la sua vicenda sembra collegarsi perfettamente a quella del Pirata, suo compgano di squadra nel 2002 alla Mercatone Uno. I problemi col doping per Fois, arrivarono proprio in quel 2002. Il 2 giugno venne trovato positivo ai metaboliti del nandrolone al Giro d'Austria. La Procura antidoping del Coni chiese per lui la squalifica a vita, la disciplinare lo sospese per 12 mesi ma alla fine arrivo la sentenza della Caf che lo condannava a rimanere lontano dalle corse per tre anni.
La sua carriera si è chiusa di fatto lì ed è cominciato per lui un lungo è inesorabile declino.
Arriva la depressione tanto che, per sua stessa ammissione, va in cura in un centro tossicologico di Parma. Non nega mai i suoi problemi col doping, una pratica comune, come raccontava in un'intervista a Gazzetta.it dello scorso 14 settembre.
"Prendevo quello che prendevano tutti - diceva - e se qualcuno nega è bugiardo. Dovevamo scendere a compromessi. Il mondo del ciclismo, fino allo scandalo Festina del 1998, era tutto una schifezza. Gestivano tutto medici e direttori sportivi".
Accuse pesanti rincarate un mese dopo in un intervista a "Le iene".