Una delle specialità più “curiose” dell’atletica leggera è senza ombra di dubbio il Retro Running, o “corsa all’indietro”! Certo, per i più conservatori, correre come gamberi potrebbe sembrare alquanto strano e innaturale… oltrechè di difficile messa in pratica… invece questa disciplina si stà diffondendo un po’ in tutto lo stivale.
I primi esperimenti di retro running risalgono al 1980 e in Italia pare sia stata “importata” nel 1992 da Paolo Pessina: da allora ha riunito migliaia di adepti che si incontrano puntualmente ogni domenica per gareggiare “a retromarcia” con lo stesso spirito di competizione che abbiamo noi “normali”!
Che si prova a correre all’indietro?
Provate a correre all’indietro cercando di vedere con un colpo d’occhio dove andate. La disciplina del retrorunning nata in America agli inizi degli anni ’80, conta migliaia di gamberi nel mondo ma soprattutto negli ultimi anni si è diffusa in Italia. Sono tantissime e si moltiplicano sempre di più le corse all’indietro con un calendario abbastanza fitto di manifestazioni.
"La cosa più strana è che si riesce a essere protagonisti e spettatori allo stesso tempo, perché se si è in testa si può guardare tutto quello che fanno gli avversari che ci inseguono".
In pratica l’ultimo non vedrebbe niente…. gareggerebbe da solo… il contrario di quello che avviene nelle normali corse. Singolare eh?
Ripercorrendo all'indietro(tanto per rimanere in tema) la storia del retrorunning, come dicevamo questa discplina è nata in America negli anni 80 e' arrivata Italia nel 1992 con la prima edizione del Gambero d'Oro di Poviglio sulla scia della gara americana che si e' svolgeva in Central Park a New York denominata "Backwards Mile". L'Italia è il paese al mondo che più ha promosso l'attività agonistica di questa disciplina, sono nate infatti molte gare, la maggior parte delle quali sono inserite nel "Retro Challenge" un circuito articolato in circa venti gare nelle più svariate parti del centro-nord Italia ed organizzato dall'AIRR [www.retrorunning.com]. Alcuni tra i più importanti retrorunners mondiali sono italiani, tra loro da segnalare il reggiano Stefano Morselli che stabili' nel 1995 la miglior prestazione mondiale sugli 800 con 2'59"36, nel 1996 quella sui 3000 con 12'48" a Poviglio (RE) e quello sui 400 con 1'16"72 ottenuto ad Utrecht in Olanda nel 2003 durante i campionati universitari olandesi. Morselli vinse anche la Backwards Mile di New York nel 1999 quando copri' un miglio in 6'40". Altri importanti atleti italiani sono Gianmatteo Reverberi, Paolo Tartari, Fabrizio Franceschi, Nicola Fabbiani e Luca Ginanni. In campo femminile l'italiana Stefania Zambello non teme rivali a livello mondiale ed e' imbattuta dal 2000.
Quest'anno inoltre, il 20 e 21 settembre 2008 a Camaiore si svolgera' la rassegna mondiale piu' importante della storia della disciplina: il 2° World Championship of Retrorunning, ovvero il campionato mondiale di specialità. La località prescelta è Pietrasanta (LU), presso lo stadio di Atletica. Ed è qui, in quest’oasi toscana che i gamberi di tutto il mondo converranno e, ove verranno assegnati nuovamente i titoli di campione mondiale della specialità.
La tecnica del retrorunning è molto semplice: si corre tenendo i piedi e le gambe parallele al senso di marcia, si può girare spalle e testa per controllare il percorso ma i buoni retrorunners non girano quasi mai la testa per non perdere velocità e rimanere in equilibrio. Il Retrorunning, definita la disciplina fitness del Terzo Millennio o il "dorso del nuoto", oltre a essere considerato a tutt'oggi uno sport bizzarro ed inusuale, ha una sua complessità tecnica. Non gioca un ruolo fondamentale la velocità, a differenza della corsa in avanti, anzi. Correre all'indietro può provocare brutte cadute, quindi è molto importante tenere una una postura molto eretta e scegliere un luogo sicuro dove praticare l'attività fisica (in città sono ideale gli stadi). Per chi è alle prime armi, è consigliato il rispetto di alcuni step fondamentali. Si può iniziare alternando brevi tratti di corsa all'indietro e corsa in avanti. Lo stesso esercizio può essere eseguito in una seconda fase su distanze via via crescenti, e così via, fino alla completa padronanza dei movimenti e della visuale di campo. È importante tenere la schiena ritta, inspirare ed espirare profondamente per sfruttare i vantaggi di una respirazione più ampia e facile.