RITI E SUPERSTIZIONI

Rito del maiale

La preparazione del maiale ha origini antichissime. L'allevamento dei suini, infatti, storicamente veniva praticato da numerose persone: le carni di questi animali costituivano, a tutti gli effetti, una ricchezza per moltissimi individui. Quello della maialatura, dunque, si costituisce come un vero e proprio rito: una tradizione protrattasi per secoli e ancora attuata nelle campagne e nelle zone periferiche della Calabria. Chiunque, ancor oggi, possiede un maiale o un allevamento di suini, rispetta i cicli e le usanze legate alla preparazione di questa carne. Del maiale "non si getta via niente": tutto viene conservato e preparato per essere poi servito, di volta in volta, sulle tavole imbandite della nostro paese: i sapori forti e decisi di questa carne ricca e grassa, ancor oggi costituiscono motivo di festa e di incontro. L'animale, per usanza, viene ucciso durante i mesi invernali, generalmente a gennaio o a febbraio: alla morte del maiale segue una festa vera e propria, che prevede la preparazione di innumerevoli e particolari ricette da gustare in compagnia di familiari e amici. Nei mesi successivi, le singole parti del corpo del suino vengono conservate e cucinate unitamente ad altri ingredienti.

 

La notte dell'Epifania gli animali parlano 

La notte dell'Epifania è ricca di tradizioni e superstizioni che mescolano elementi pagani ed elementi cristiani.La tradizione vuole che gli animali, solo nella notte del Bambinello, possano parlare. E quindi occorre trattarli bene, perché altrimenti potrebbero lanciare delle maledizioni contro i propri padroni.

 

U monachellu

Questa tradizione è comune in tutti i paesi della Calabria e non solo, con diverse varianti.
Comunemente si pensa che esista un folletto, vestito da monaco e alto poche decine di centimetri che va a visitare di notte le persone sedendosi sul loro petto. Il monachello ha un lungo cappello: se si riesce ad acchiapparlo, il monaco sarà costretto a rivelare l'ubicazione di una pignatta piena d'oro.
Naturalmente è difficilissimo acchiappare il monachello perché durante il sonno si è fragili e di certo non pronti a un gesto rapido come quello di acchiappare il cappello.
In alcune varianti si dice che il monachello rubi il fiato alle persone, in altre si dice che chi è riuscito a ottenere il tesoro, poi è stato colpito dalle più gravi disgrazie finendo per perdere tutto il tesoro e anche di più.
Sicuramente questa leggenda è legata alla fragilità dell'uomo durante il sonno e realizza la paura istintiva di poter essere aggrediti durante il sonno e la scarsa coscienza che seguono il risveglio.

 

L'affascinu

L'affascinu è il malocchio non sempre inteso come una magia malvagia, ma come involontaria manifestazione dell'invidia. Esso causa mal di testa e sbadigli. Alcune persone sono capaci d’annientarlo con la pratica dello sfascinu (sfascino), recitando una preghiera segreta, che è possibile apprendere solo nella notte di Natale. I gesti del rito sono semplici: è segnata tre volte la croce sulla fronte della vittima con le dita bagnate di acqua e sale. Oppure la croce si traccia col sale sull’acqua di una bacinella. Chi libera dall’affascinu spesso introietta lo sbadiglio. Se lo sfascinatore sbadiglia mentre recita l’Ave Maria è segno che il fascinatore è femmina, se lo fa durante il Padre Nostro è maschio.