Credenze Popolari
La popolazione roggianese, specie gli anziani, sono ancora portati a credere a cose come il malocchio e pensano di sconfiggere tale “male” recitando formule chiamate “affascina”. Il “malocchio” colpisce con forti mal di testa e mal di stomaco le persone che sono state “osservate” sia in modo benevolo che in modo malevole. La gente che vi crede è restia sia a parlarne che a tramandarla perché credono che, divulgandola in giorni diversi che non siano la notte di Natale e di Pasqua, essa perda il suo effetto “guaritore” in altre parole quello di far passare il mal di testa a chi n’è colpito e di allontanarne il malocchio.
Essa dovrebbe essere recitata nel seguente modo:
Chi t’ad’affascinatu l’uocchju, u cori e ‘ra menti
figliu ‘ca n’un tiani nenti
thria t’annu affascinatu l’uocchju, u cori e ‘ra menti
thria t’anu sfascinare Patri, Figliu e Spiritu Santu.
(Si dice il nome della persona da sfascinare facendole tre croci sulla fronte o su un oggetto di sua proprietà).
In seguito si recitano tre Ave Maria e tre Padre Nostro e si conclude dicendo:
‘Ntu numi i DDio e ‘Dda Santissima Trinità.
L’ “affascina” si ripete tre o sei o nove volte. Secondo la credenza se chi recita l’ “affascina” sbadiglia recitando l’Ave Maria vuol dire che chi ha il mal di testa e mal di stomaco è stato “affascinato” da una donna, in caso contrario da un uomo. La “affascina” andrebbe imparata a memoria durante la notte di Natale o di Pasqua in chiesa. Quando si è colpiti in maniera molto forte dopo che si “scioglie il malocchio” si dovrebbe lavare il viso in una bacinella d’acqua dove prima col sale si sono fatte tre o sei o nove croci e si deve sciacquare il viso altrettante volte. In seguito l’acqua andrebbe gettata davanti la porta, in modo tale che il malocchio venga trasferito al primo passante. Se una persona è “affascinata” di venerdì il malocchio deve essere sciolto da tre persone diverse.
LE FATI DANZANTI
Si racconta che
durante la notte di Natale dalle fontane pubbliche del paese scorra olio, e che
le fate, che assistono allo straordinario evento, danzino in onore della
nascita di Nostro Signore.
La grotta Tramonta
e la maga Sabina
Nei pressi della collina dove sorge il sito di Castiglione, nella grotta detta Tramonta, si tramanda che sia posta la dimora della maga Sabina. Sembra che un roggianese di nome Filippo Tripodi, gareggiando con la maga, sia penetrato nella sua caverna che ricambiò tale audacia con un sacco colmo d’oro raccomandando all’uomo di non girarsi mai fino a quando non sarebbe arrivato a casa. Fino alla località Calvario Filippo seguì l’ordine, ma sentendo all’improvviso un rumore si girò e l’oro nel sacco divenne fuliggine.