Filastrocche - Indovinelli

Binidìttu chiru pani

            ca di vènnari si sc’cana;

            malidìtti chiri trizzi

            ca di vènnari tu’intrizzi.

 

Traduzione

Benedetto quel pane

che di venerdè si prepara;

maledette quelle trecce

che di venerdì si attorcigliano sulla testa.

 

Commento

Esorta a preparare il pane il venerdì santo, ma non a sistemarsi le trecce sulla testa.

 

 

            I jestìmi su’ndi palazzi,

            chin’i dìcia, si l’abbrazza;

            i jestìmi su ddi caniglia,

            chin’i dìcia, si li piglia.

 

Traduzione

Le bestemmie sono nei palazzi,

chi le dice, se li abbraccia;

le bestemmie sono di crusca di grano,

chi le dice, se li prende.

 

Commento

Scioglilingua che ricorda che le bestemmie si ripercuotono sempre su chi le scaglia.

 

 

            Capu dannu, capu di misi,

            dùnam’a strìnna ca m’ha’prumìsi;

            e si no’mma vù’dùnà

            ad aguànnu chi vena

            nu’nci vo’arrivà.

 

Traduzione

Capodanno, capo del mese,

dammi la strenna (i soldi) che mi hai promessi;

e se non me li vuoi dare

a quest’anno che viene

non ci devi arrivare.

 

Commento

Filastrocca di cattivo augurio a chi non dona i soldi promessi.

 

 

 

            Corajìsima, gamma storta,

            t’ha’ mangiatu ‘na pìecura cotta,

            ed a mmìa no’mmi nn’ha’ datu,

            ti cci avìssi strafucàtu.

 

Traduzione

Quaresima, gamba storta,

ti sei mangiato una pecora cotta,

e a ma non me ne hai dato,

ti fossi strafogato.

 

Commento

Cattivo augurio da parte del proprietario a cui, in tempo di quaresima, è stata rubata una pecora.

 

 

            Hoi è lu luni e craj è lu marti,

            ‘a fortùna mia si parta;

            e si parta di longa via,

            vìenimi ‘nsùonnu, furtùna mia.

 

Traduzione

Oggi è lunedì e domani è martedì

la fortuna mia parte;

e parte per una lunga via,

vienimi in sonno, fortuna mia.

 

Commento

Si esorta la fortuna ad apparire in sogno e indicare la strada da percorrere per raggiungere una meta importante, la ricchezza.

 

 

Cànta ru gàddhru e scuòtula ‘ri pinni,

            ti dicu bbona nott’e jamunìnni.

 

Traduzione

Canta il gallo e scuote le piume,

ti dico buona notte ed andiamo.

 

Commento

Il gallo canta e dà il bentornato all’alba di un nuovo giorno e saluta la notte appena trascorsa.